Infinitesimale
su una delle brane
che compongono – forse –
l’Universo
continuo a credere
che fra le tante dimensioni
visibili e invisibili
che ci dicono esistere
ce ne sia una
in cui tu ed io
ci possiamo incontrare.
***
Tu sei per me
il campanile di San Colombano nel sole
le sirene delle petroliere
al molo di Ravenna
sei l’autostrada verso il mare
la colazione fra gli ulivi
la spiaggia deserta di Palinuro
tu sei migliaia di ciclamini
sotto il cedro del Libano
e 60 anni di S.Lucia.
***
Senti con me, papà,
l’aria d’autunno
l’odore di terra smossa
e verde fradicio
guarda con me la falena intirizzita
e il gatto languido
che sonnecchia sul porfido.
Respira con me il sole invernale
che riverbera sulla neve
e il fiato caldo nella sciarpa.
***
La tua morte che grida dalla croce
che insulta la creazione
è uno strazio uno scandalo
un’incuria
una perdita secca
una rovina.
La tua vita è una fiamma sempre accesa
un sentiero illuminato dalla luna
un rosario sgranato lungo il tempo
una nave alla fonda all’orizzonte.
***
“…come una candelina”
disse il dottore.
Ma Tu non eri una candelina.
Eri una torcia
un falò
tu eri un faro
eri il sole d’ Oriente
sei Andromeda
Orione
Centauro e Pesce Australe…
sarai il Mio Papà
finchè vivo.
***
Tutto eri fuorché grigio
erano vivaci i tuoi pensieri
e colorate le immagini
in cui li traducevi
era brillante la tua arguzia
e generoso il tuo spirito
perché farci ridere
era un atto d’amore.
***
Ti voglio ricordare
baldanzoso e fiero
con la moneta di Churchill
a portarti fortuna
e il tuo modo partecipe
di fare quattro chiacchiere.
Ti voglio ricordare
chino sui tuoi velieri
a rastremare lo scafo
ad annodare le vele.
Ti voglio ricordare assorto
con in mano un pennello
a carezzare la tela.
***
Avevi capito tutto,
che solo l’arte e l’amore
valgono la pena.
Avevi capito tutto,
che non saresti tornato a casa.
Sotto le tue ceneri
un cesto di margherite
cinge il nostro dolore.
***
Non so spiegarti a parole
com’era mio padre
Ma se mi metti una mano sul cuore
ti faccio sentire
com’era.
***
Non la cenere ti rappresenta
né l’urna ti contiene
non il marmo ti custodisce
e non ti seducono i fiori.
Tu sei un altrove
dove lo spazio non esiste
il tempo non scorre
e si smarrisce il senso
delle categorie umane
cadono frammenti di Universo
vanno in pezzi le ore
si frangono contro il nulla le maree
e i buchi neri irradiano la luce…
Tu sei un altrove
dove lo spazio non esiste.
***
Conficcato
come un innesto
le tue radici hanno intrecciato
le mie arterie
sei diventato
consustanziale al mio cuore.
***
Prendimi per mano
portami lungo il molo
dove risuona l’urlo delle petroliere
e il salmastro impregna i trabucchi.
Prendimi per mano
comprami il lecca-lecca
che dura tutto il tramonto
e sfiorami la nuca
con una impercettibile carezza.